Capita spesso di non riuscire a capire quanto un certo tipo di relazione, in cui ci si sente incastrati e senza apparente via d’uscita, possa nuocere alla personale autostima e al proprio benessere. La mente è come annebbiata, soprattutto perché una relazione tossica parte in genere bene per poi peggiorare in modo lento e graduale. I rapporti di coppia logoranti vengono portati avanti con estrema tenacia dalla coppia, anche se è chiaro da tempo che la storia non funziona più. Le energie si prosciugano nel tentativo di far andare la relazione difettosa – magari partita male fin da subito – facendo sentire letteralmente senza alcuna via d’uscita. Così accade che si continua a camminare e ad andare avanti più per inerzia che per la sensazione di essere sulla buona strada. Coltivando la segreta speranza che in fondo al lunghissimo tunnel vi sia un barlume di serenità. Vediamo quali sono le diverse tipologie di relazione tossica, così da metterne a fuoco i contorni e offrire qualche suggerimento utile per provare ad uscire dall’angolo.
La sensazione di sofferenza si lega alla percezione del piacere
E’ più facile di quanto si pensi il fatto di precipitare nel circolo vizioso di una relazione tossica. Queste storie d’amore inizialmente sembrano filare a meraviglia, le persone si sentono unite e simili: perfette l’una per l’altra. In realtà si tratta solo di apparenza e quello che si innesca è un intreccio di meccanismi patologici che ‘fortifica’ la coppia. Qualche esempio? Sono frequenti le relazioni tra un insicuro e una persona narcisista, dove vi è una più o meno forte componente di dominanza/sottomissione. L’elemento che accomuna questi percorsi è l’evidente asimmetria tra responsabilità e posizione di potere: il piacere si lega a doppio filo alla sensazione di sofferenza, spesso percepita come necessaria. Ma come riconoscere una relazione tossica? Di seguito una panoramica riassuntiva, sempre tenendo presente che per andare a fondo in situazioni simili e uscirne è necessario rivolgersi a un professionista come Paolo Mirri.
Tipologie di relazione tossica e caratteristiche distintive
Esistono diverse tipologie di relazione tossica, è anzi possibile individuare una serie di schemi ricorrenti per quanto riguarda i comportamenti in grado di generare un rapporto di questo tipo. C’è la dipendenza affettiva, ovvero un legame dove la persona non riesce proprio a fare a meno dell’altra, che viene ritenuta più importante di ogni cosa al punto da portare a isolarsi dalle amicizie e a spendere ogni energia nella coltivazione del rapporto. Più ci si isola, più si è portati a investire nella relazione. Spesso i due partner sono co-dipendenti l’uno dall’altro e questo contribuisce ad acuire e alimentare ansie e difficoltà. Entrambi alimentano il proprio senso di autostima, appoggiandosi all’altro membro della coppia per soddisfare i propri bisogni. Una certa dipendenza, comunque, è in parte normale all’interno di una relazione: l’importante è che non finisca per ricordare una tossicodipendenza. Altra tipologia di relazione tossica è quella sadomasochistica. Ci sono alcune donne magari maltrattate da bambine (esistono comunque casi anche di uomini) che si mettono in cerca di partner dalla personalità sadica, oppure che finiscono per esasperare un partner affettuoso portandone in superficie aspetti negativi. Il masochista è una persona depressa che però nutre una segreta speranza: probabilmente in tenera età ha vissuto e assorbito il cattivo rapporto di coppia dei genitori, imparando che in una relazione c’è un prezzo da pagare in fatto di sofferenza. Si pensa che stando male abbastanza, si possa mantenere un legame che – seppur non completamente soddisfacente – è comunque meglio della solitudine. Capita poi di innamorarsi della persona sbagliata, situazione in cui ci si affanna a spendere tutte le proprie energie per qualcuno che però non è disponibile. Sono condizioni che possono durare anche molto tempo, tempo in cui ci si illude di poter cambiare l’altro oppure se stessi nell’illusione che ciò sia necessario per essere felici. In genere, però, accade che l’altra parte si approfitti oppure si disinteressi, dando il là alla relazione tossica. Infine, vi sono le lotte di potere: l’asimmetria qui è assente, anzi vi è una tendenza di entrambi nella coppia a voler assumere una posizione dominante. Nessuna progettualità, la storia è chiaramente arrivata al termine eppure si sceglie di esternare continuamente rabbia per attribuire all’altro la responsabilità del fallimento.
Come uscire da una relazione tossica
Cerchiamo adesso di capire in che modo accorgersi di essere in pericolo e dunque come uscire da una relazione tossica. Se vi siete riconosciuti in una di queste quattro condizioni che abbiamo esaminato nel precedente paragrafo, potreste compiere alcuni utili step. Domandatevi per prima cosa se il tempo speso insieme al partner vi sembra investito bene o se invece percepite un senso di impotenza, mentre prosciugate le vostre energie. Cercate di recuperare quelle attività e persone che per via della relazione tossica avete sacrificato. Sempre analizzando il presente e le emozioni che vivete nella relazione (gioia, rabbia, paura…). Dovrete lavorare su voi stessi, così da comprendere il motivo per cui andate in cerca di situazioni tossiche. Ma soprattutto: chiedete aiuto, parlate con persone che potranno supportarvi per uscire dall’impasse e da situazioni anche oltre il limite.